sabato 17 settembre 2011

Chiamami ancora!

E' un momento di tranquillità. Ora mi metto comodo comodo a leggere le mie mail, magari scrivo qualcosa sul blog o leggo il mio forum preferito.
Proprio mentre comincio a fare qualcosa, da lontano, piiiccola piiiccola, si fa strada tra le stanze.

"papii..."

"Siiii???" dico io.

"Papiii"
"Piccolo papà sta facendo una cosa importante, aspetta un attimo!"
...
...
"Papiiii"
"Piccolo vieni qua!"
...
...
"Papiiiii...papiiiii...papiiiii..."


"Papiiiii...papiiiiii...papiiiiiii...papiiiiiiiì!...."

Ok arrivo.

"Si!...Cosa c'è amore?"

Seduto in mezzo a mille lego, una pista con una macchina a pile che continua a spingersi contro un mobile. Guarda per terra accanto a sè. Due colpi col palmo della mano...

"Quuà!"




Non sai quanto te lo farei ripetere ancora e ancora. Lei mi dice che ormai sono il tuo bambolotto, ma io non posso resistere a quella voce, non posso resistere alle tue richieste, a quando mi chiedi di tenerti abbracciato e a quando per fare il timido con gli altri ti nascondi tra le mie gambe o in braccio contro la mia spalla.

Mi stringi forte, guardi indietro le altre persone e gridi "èmmio!!"...Certo che è tuo papà tesoro!

giovedì 15 settembre 2011

Tutto è iniziato così...

Rivedo me stesso disorientato ma curioso quel giorno in cui mi trovavo in una sconosciuta via di Milano, una via ad un passo da tante altre che mi erano note ma che non avevo mai notato, lo giuro, come se appartenesse ad un altro mondo. Vicino c'è una chiesa con dietro dei giardini ed un chiostro che da una positiva sensazione di pace e intorno, come in un una mostra di pezzi rari ci sono alcune botteghe.

C'è il tipografo, che a richiesta stampa ancora con macchine tradizionali ed accanto un negozio che vende monili artigianali e pezzi d'arte contemporanea come quadri o piccole sculture.
Resto affascinato da tutto ciò ma disorientato dal non trovare quello che sto cercando io.
Devo confessare di aver fatto avanti e indietro qualche volta prima di pensare di non cercare tra le vetrine ma tra le targhe di un citofono. "ma come fa - mi chiedo io - un laboratorio di falegnameria a stare dentro un palazzo? Minimo vorranno birrario fuori o linciarli ogni volta che se li trovano davanti!".

Eppure era davvero li, nascosto tra nomi, numeri e targhette quello che cercavo io.
Suono e dopo una breve presentazione mi trovo davanti a lui, Giovanni o in arte Nino Nardi, in gigante dagli occhi di ghiaccio e dall'espressione impenetrabile.
Posso dirtelo ora, amico mio, che quel giorno a seguirti nello scantinato provavo un velo di preoccupazione..."ma dove mi porta?" pensavo io poco prima che quella porta metallica si aprisse e mi trovassi davanti ad un'altra realtà.

Era come aver vinto un giro nella fabbrica di cioccolato di Willie Wonka, accedere in un antro in cui strane dimensioni e spazi incalcolabili ad occhio di aprivano dietro l'angolo, sfruttando l'altezza e gli antri per creare tre zone distinte. Quello strano posto nei mesi successivi è stato uno spazio di gioia, apprendimento, meditazione, scambio, condivisione e crescita.

sabato 10 settembre 2011

Cra cra cra

C'è qualcosa che scatta dentro di te quando scopri di aspettare un figlio, non so se sia in qualche modo legata all'idea di essere padre o dipenda semplicemente dal carattere di una persona ma presto si fa viva in te una domanda: cosa vuoi che tuo figlio veda di te quando saprà valutarti come persona?
E' una domanda che ha davvero un bel peso, soprattutto quando rispondi in un certo modo alla domanda....cosa hai fatto fino ad oggi?

Com'ero? Quali obiettivi o quali sogni inseguivo tre anni fa me lo ricordo più o meno...Se dovessi presentarla in modo diplomatico potrei metterla così: avevo preso una decisione, sicuramente importante, di cercare la mia strada in un settore molto difficile come quello del sociale, difficile soprattutto considerando che i miei studi non mi permettevano di presentarmi per le più classiche posizioni di educatore o psicologo...Nonostante ciò avevo fatto delle belle cose, avevo partecipato a qualche progetto ed erano state esperienze bellissime ma tutte purtroppo contrassegnate dalla triste caratteristica di essere a breve termine!

Se dovessi essere obiettivo potrei dire piuttosto che in quel periodo ero davvero fermo in un limbo in cui inseguivo un sogno, o forse aspettavo che questo sogno mi cascasse tra le braccia e nel mentre non facevo nulla che mi permettesse di essere un adulto indipendente in via definitiva.

Poi, un giorno all'improvviso scopro che diventerò padre e qui le prospettive devono decisamente cambiare.

Cosa fai se sei laureato in Sociologia (mi piace così tanto che la scrivo sempre con la maiuscola!) ad indirizzo organizzativo, economico e del lavoro e a ventinove anni le uniche esperienze che hai avuto in azienda sono nel customer care? Cosa fai se nel settore in cui speri di lavorare inizia la crisi più nera in cui accedere a bandi e finanziamenti diventa sempre più difficile? Beh...ti butti, no? Così rientri nel giro del lavoro e scopri che i contratti si sono accorciati e ti propongono tre mesi, uno, per questo due settimane...e uno cerca di prendere quello che può finchè un giorno arriva un contratto più lungo, trenta mesi in questo periodo sono davvero tanti e meno male e quindi il sociologo che fa se non continuare a lavorare nel customer care o servizio clienti o quello che risponde al telefono insomma, come volete voi, e per un po' rimette i sogni nel cassetto fino a quando arriva quel momento, proprio quello di cui parlavo all'inizio ed è il momento in cui stabilisco che non voglio che mio figlio un giorno pensi di me che abbia rinunciato del tutto alle mie passioni ma che abbia un modello diverso, un esempio che gli dica che nonostante tutto, nonostante si possano fare scelte e scelte sbagliate, nonostante quello che le necessità ci impongono possiamo comunque trovare una strada, che se non è unica almeno è parallela, che abbia come destinazione la realizzazione di sè.

Io quella strada la sto cercando ancora anche se la sento comunque più vicina da quando ho scoperto che a volte ci si può dimenticare di se stessi e delle etichette che ci portiamo dietro da una vita e così un giorno, anzi una notte, ho pensato di non dover essere per forza quello che ha passato anni ed anni sui libri e che non era capace quasi nemmeno di girare una vite, una notte ho pensato di aver bisogno di fare, di costruire, di avere un risultato concreto tra le mie mani che non fosse un voto, una nozione ma che avesse tre solide dimensioni.
Da solo però non ce l'avrei mai fatta da solo ma che avrei dovuto chiedere aiuto.

Quella notte spinto da non so cosa, magari passate delusioni di sogni di diventare musicista e liutaio, ho scritto su Google le parole "falegnameria artistica" e così quella notte ho scoperto un piccolo tesoro: mi sono dato un primo obiettivo da raggiungere...avere i soldi per fare un bel corso. Poi mi sono dato il secondo...iniziare!
Ed è andata proprio che ho iniziato ed ho scoperto un lato di me che non pensavo minimamente potesse esistere ed ho scoperto di poter essere fiero di me come non lo sono mai stato per qualcosa che ho fatto.

Piccolo mio, oggi ancora tu non puoi leggere quello che ti scrivo però davvero io un'altra strada sto provando a costruirmela, pezzo dopo pezzo proprio come quel piccolo mobile che oggi ti fa da libreria. Oggi seguo ancora i sogni del passato ma ne ho agggiunto uno e chi lo sa che un giorno possano mischiarsi tra loro e darne vita ad un altro.


Intanto io mi impegno e cerco di inventarmi nuovi progetti per poter diventare davvero bravo e poter un giorno insegnare ad altri quello che oggi sto imparando.
La mia principessa mi dice che entro i 40 anni sarò un uomo pienamente realizzato: io lo spero ma oggi mi sento ancora un po' un rospo ed allora le chiedo un bacio ogni giorno, un bacio al rospo...con la raspa: è un bel gioco di parole che mi gira in testa da un bel po' così qua dentro nascerà una parte in cui avrò un diario del mio percorso e che chiamerò proprio così.

sabato 3 settembre 2011

Solo un piccolo regalo!!!

Noi lo sappiamo già tutti che non bisogna mai esagerare nelle cose. Sappiamo che un gesto ripetuto troppe volte perde di valore e che, quindi, bisogna stare ben attenti...

Vedi, piccolo mio, papà però da circa 5 minuti ha compiuto gli anni: sarà una bellissima giornata che potremo passare tutti insieme ed il compleanno per me è un giorno speciale perchè è l'unico giorno dell'anno in cui non penso agli anni che passano. Ma negli altri 364 chi mi consola se non tu?




E' già qualche mese che ho ricevuto il dono che desideravo di più: hai imparato a baciare ed ogni volta che lo fai è come se il mondo tutto intorno si fermasse per la tanta dolcezza che metti. Oggi però papà ti chiede di non pensare a quella rigida regola che ti sei imposto di darci al massimo un bacio al giorno...domani dammene due!