giovedì 1 dicembre 2011

Mai dare un titolo a uno sfogo...

Oggi piccolo mio voglio parlarti di una cosa per me fondamentale e proprio per questo una cosa che non ha peso, prezzo, non ha forma ne materia.
Oggi voglio parlarti del merito.
Il merito è giustizia, non è un premio ma la semplice constatazione di una o più qualità di una persona, che può concretizzarsi in tanti modi.

Ma allora, se è così semplice, mi chiederai, a che serve parlarne?
In fondo è cosa ovvia, perché se una persona ha dei talenti non avrà fatica a metterli in mostra, tantomeno chi gli sta accanto non ne avrà a riconoscerli, a trovare il modo per renderli ancora più utile e se possibile a premiarli.

In tanti posti in questo mondo il merito è un dono, una cosa ricercata. In tanti posti, dove si da valore alla persona il merito è l'unità di misura per chi ha potere di fare delle scelte che riguardano il futuro delle persone.

Da queste parti di questi tempi il merito è qualcosa che invece fa paura.
Qui da noi fa paura dire a qualcuno "bravo!" oppure "ho deciso di premiarti per quello che hai fatto".
Qui da noi spesso è impensabile che ciò accada, perchè vi è una diffusa, triste convinzione che puoi far fare di meglio alle persone sono tenendole infelici.
La convinzione che ogni premio, ogni privilegio giustamente guadagnato diventino comodi guanciali nel letto della tranquilla sopravvivenza.

Qui da noi vi è una diffusa, triste convinzione che non si possa fare niente per passione ma solo per necessità.

Sei arrivato in un posto proprio strano piccolo mio...un posto che a raccontarlo sembrerebbe proprio una favola, perchè come tante favole anche qui regna l'assurdo ed il contraddittorio.
Questo è il posto in cui chi lotta per rimanere è costretto ad andare via e chi lotta per venire è spinto a tornare indietro e allora qui chi ci rimane?
E' il posto in cui c'è chi per trovare un lavoro è costretto a nascondere invece che a mostrare, perchè se non ti è permesso raggiungere ciò che sogni ti viene reso difficile anche poterti accontentare.

Se tu mi chiedessi oggi "allora tu cosa ci fai qui?" davvero ti giuro non saprei che cosa rispondere.
Fortuna che tu invece dormi e ancora non sai nulla di ciò che scrivo, che non ti accorgi del rumore dei tasti o di me che sto per venirti a guardare per avere un meraviglioso motivo per sorridere o per commuovermi un po'.

Oggi ti saprei dire solo "non lo so" perchè sono un po' stanco e triste di sentire cose assurde dagli altri: sento il racconto di un ragazzo nascosto nel bagno del posto dove lavora, piangere e pensare che dopo aver toccato il fondo più in basso proprio non si può andare e poi vedo accanto a me persone lavorare con dignità pur sapendo che saranno lasciate a casa nonostate i loro meriti, proprio quelli..., le loro qualità e il peggio è che di questi tempi ormai nessuno si indigna più e a chi lo vorrebbe è tolta la possibilità di farlo perchè costretto a lottare per la propria sicurezza, sempre più fragile e precaria.

Scrivo a te per dirti che se oggi dovessi lasciarti questo posto, se oggi fosse il tuo primo giorno in questa parte di mondo, ti direi di partire piccolo mio, di viaggiare per scoprire il mondo da te, di cercare la tua strada e di inseguire i tuoi sogni ovunque ti portino. Te lo direi straziato nel cuore, sebbene possa solo ipotizzare quanto insopportabile sarà la distanza.

Ma se tu volessi provare qui io potrei raccontarti di me e di quello che di buono ho scoperto tra mille cose storte. Potrei raccontarti di quante persone meravigliose ho incontrato nella mia strada e che con me ne hanno condiviso un pezzo chi più lungo o chi meno ma che in un modo o nell'altro hanno lasciato una traccia che non si cancellerà.
Ti direi di scoprire gli altri più che puoi, di farti raccontare la loro storia e raccontare la tua perchè ogni giorno che passa penso a quanto sia fondamentale avere un legame con le proprie radici per poterle condividere e di non dimenticarti mai di dire grazie per quel pezzo fatto insieme.

2 commenti:

  1. Ciao Milo, spesso mi chiedo che idea tu ti possa essere fatto di me... non credere a tutto quanto leggerai o ti verrà raccontato sul mio conto... se ti sarà possibile (e questo non vale solo nel mio caso) recati sempre verso la fonte e ti farai tu stesso un'idea... che sicuramente si accosterà maggiormente alla verità rispetto a tutti gli oracoli che incontrerai lungo la strada. Tanto per dirne una: io adoro tuo papà... sin dal giorno che lo visto chiuso dentro una banca a mezzanotte inoltrata, incapace ad uscirne, sorridente e col bancomat in mano... l'avevo già incontrato un paio di volte prima di quella notte... però, a quei tempi (...ma forse anche adesso), ragionando solo con il basso ventre, mi interrogavo solo e soltanto su che incantesimo avesse utilizzato per conquistare la più bella principessa su cui i miei occhi avessero mai osato posare il proprio sguardo... ora non starò a riportarti dettagliatamente tutti i giri che abbiamo fatto per rincontrarci, qualche anno dopo, in un pub al freddo e al gelo lungo viale Monza (ai tempi tuo papà era ancora un pessimo bevitore e una ciminiera da competizione)... ma in quell'occasione avevo finalmente capito l'incantesimo... tuo papà è un bellissimo e, purtroppo, raro esempio di essere umano... per mille ragioni, prettamente maschili, non ci saremmo dovuti rivolgerci nemmeno la parola oppure scagliarci le saettine dalle pupille l'uno verso l'altro come se fossimo in un episodio di Lamù... però che dirti era la miglior compagnia possibile presente quella sera... poi puoi pensare che in realtà lo stessi marcando a uomo (come sosterrebbero gli oracoli della verità)... oppure puoi credere alla mia versione e alla piacevolezza della conversazione intrattenuta col tuo papà... decidi tu... per me è uguale. Però, in quella circostanza, mi ero accorto che tuo papà aveva in dote la scintilla... certo, per me è facile vedere queste cose essendo un praticante della Scuola di Hokuto... sono il quinto fratello... e sì eravamo cinque: Ken Shiro, Toki, Raul, Jagger (da non confondere con Mick degli Stones) ed io... ma non so per quale motivo, in fase di montaggio, hanno tagliato tutte le parti in cui comparivo... beh fa niente... però noi seguaci dell'Orsa Maggiore riusciamo a percepire particolari e dettagli per lo più invisibili ai cowboys e ai contabili... e tuo papà aveva e ha la scintilla!!! Creare del fuoco da una scintilla non è per nulla facile... ma senza è impossibile!!! Il trucco, secondo me, sta nel circondarsi di una buona squadra e fidarsi di loro (e non preoccuprasi per loro... per quanto questo per alcuni pochi essere umani sia praticamente impossibile) ora non farò l'errore di tramutarmi anch'io in un oracolo dando le indicazioni e le dritte maestre per percorrere il cammino degli altri affidandomi alla mia ben nota dissenteria verbale... e poi mi piace scrivere (tanto) solo per la tua mamma... e così ti lascio con una canzone di Bruce che, in parte, tratta gli stessi argomenti toccati dal tuo papà... spero che un giorno il signor Spock (a volte chiamo il tuo papà in questo modo)... ti faccia una bella cassetta con tutti i brani che troverari su queste pagine... e per quanto questo possa essere fonte di sconforto e preoccupazione per alcuni oracoli... ti voglio bene piccolo ribelle!!! Ci vediamo presto... promesso!!! Per ora, per te THIS HARD LAND.
    ...to be continued

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  2. ...second part
    THIS HARD LAND
    Hey there mister can you tell me
    What happened to the seeds I've sown
    Can you give me a reason, sir, as to why they've never grown
    They've just blown around from town to town
    Back out on these fields
    Where they fall from my hand
    Back into the dirt of this hard land

    Well me and my sister
    From Germantown we did ride
    We made our bed, sir
    From the rock on the mountainside
    We been blowin' around from town to town
    Lookin' for a place to stand
    Where the sun burst through the clouds and fall like a circle
    A circle of fire down on this hard land

    Now even the rain it don't come 'round
    Don't come 'round here no more
    And the only sound at night's the wind
    Slammin' the back porch door
    Yeah it stirs you up like it wants to blow you down
    Twistin' and churnin' up the sand
    Leavin' all them scarecrows lyin' facedown
    In the dirt of this hard land

    From a building up on the hill
    I can hear a tape deck blastin' "Home on the Range"
    I can hear them Bar-M choppers
    Sweepin' low across the plains
    It's me and you, Frank, we're lookin' for lost cattle
    Our hooves twistin' and churnin' up the sand
    We're ridin' in the whirlwind searchin' for lost treasure
    Way down south of the Rio Grande
    We're ridin' 'cross that river in the moonlight
    Up onto the banks of this hard land

    Hey, Frank, won't you pack your bags
    And meet me tonight down at Liberty Hall
    Just one kiss from you, my brother
    And we'll ride until we fall
    Well sleep in the fields
    We'll sleep by the rivers
    And in the morning we'll make a plan
    Well if you can't make it stay hard, stay hungry, stay alive if you can
    And meet me in a dream of this hard land

    (BRUCE SPRINGSTEEN)

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