Il 2012 ha portato già qualche novità ma, soprattutto, ha chiuso il capitolo della mia "precarietà".
Novembre e Dicembre sono stati due mesi durissimi per me, preso dall'ansia di non sapere nulla del mio futuro, dalla paura di cadere nel buio del dolore di essere nuovamente scartato da un posto, con l'animo attorcigliato da domande senza risposta come "ho fatto davvero tutto il possibile?" o "è stata colpa mia?"...insomma: la paura di trovarmi a vivere sensazioni già provate con la consapevolezza di non essere nuovamente in grado di affrontarle.
Poi il 19 dicembre ho saputo che non sarebbe andata così ed è stato bello sentirmi riconoscere finalmente dei meriti, è bellissimo pensare di poter crescere nelle mie passioni avendo la certezza di una base che mi tiene su.
Potrò continuare con i miei progetti nel sociale, con la falegnameria, potrò iniziare qualche esperienza nella formazione insomma posso continuare la mia strada con tanti pensieri in meno.
Però...
Però c'è che siamo partiti in 19 con questo contratto di apprendistato, in posti diversi è vero, ma condividendo i corsi, le esperienze, le dinamiche di questa strana azienda, strana come tutte perchè temo non ne esista una senza contraddizioni.
Siamo partiti in 19 eppure ora ne conto solo 13.
Anche per questo novembre e dicembre sono stati due mesi dolorosi. Perchè sono stati anche i mesi della consapevolezza e dell'addio, i mesi della rabbia trattenuta.
Mi guardo indietro e ripenso alla gioia che provai il giorno che mi proposero questo contratto, quando di li a poco tu saresti nato e avere una stabilità di quasi tre anni mi è sembrata un dono del cielo.
Sapevo che le cose sarebbero potute andare così, sapevo che l'azienda avrebbe ad un certo momento fatto delle scelte che non necessariamente avrebbero incluso tutti noi...
Quello che non sapevo era che sarebbe stato così doloroso. Non sapevo che avrei sentito dentro di me quello che proprio non so come chiamare se non senso di colpa, nel pensare che a me in qualche modo le cose sono andate bene mentre a qualcun altro no sebbene sia convinto che fosse altrettanto meritevole.
Razionalmente lo so che ci sono scelte che non dipendono da noi, ma la ragione non è stata sufficiente a scrollarmi di dosso un dolore che fatico a sfogare e che pago fisicamente ormai da un po'.
Per questo ti scrivo, piccolo mio, perchè grazie a te in queste pagine io proietto me stesso e provo a guardarmi e ad esteriorizzare i miei stati d'animo.
Ti scrivo perchè tu un giorno possa capirmi, nel profondo, perchè questi angoli di me non ti siano oscuri se non sarò capace di mostrarteli o di parlartene a voce, o semplicemente perchè sarò cambiato e vivrò le cose in modo diverso.
A dicembre ho realizzato che nel modo in cui andavano le cose tutti noi eravamo la riproduzione in piccolo di una terribile legge che governa il mondo di questi giorni, la legge più crudele eppure così radicata e sottile che spesso, forse sempre, ce ne dimentichiamo ossia che la nostra felicità in qualche modo ed in una parte più o meno grande si appoggia sul dolore di qualcun altro, la legge su cui si fonda il consumismo di quest'occidente che si sta mangiando piano piano il meglio di questa terra.
Non lo so come sarà quando tu sarai più grande, non so quando avrai la mia età, o comunque quando la vita ti permetterà di comprendere appieno il significato delle mie parole ma spero davvero che non sia più così, che esista un migliore equilibrio, che esistano il rispetto e la piena consapevolezza della realtà.
Io non lo so se la vita mi permetterà di fare qualcosa di concreto perchè questo accada.
Sai, vorrei spiegarti che in questi anni questo sistema ci ha costretto a fare tante rinunce. Ci ha costretto a continuare a pensare solamente a noi stessi perchè siamo rimasti a lungo senza certezze nè garanzie.
Vorrei che capissi che è per questo che per tanto tempo non sono mai stato in una piazza insieme a tanta altra gente a manifestare il desiderio di un cambiamento radicale.
Vorrei che tu sapessi che però questo non ci ha reso indifferenti ma che ci da dolore, acuito dalla consapevolezza della propria impotenza.
I miei ideali. Quelli che mi sono costruito col tempo grazie a tante tante cose: la mia meravigliosa compagna nonchè tua indescrivibile madre, tutte le cose che mi capitano e che mi sono capitate,l'università, le meravigliose persone che per fortuna mi circondano e tutte quelle che nella mia vita ho incrociato e che mi hanno toccato, i libri che ho letto e anche tu, proprio tu che mi hai cambiato la vita, ci sono e sono più che vivi nonostante tutto questo e sarà bellissimo quando tu ti costruirai i tuoi immaginare di poterli confrontare io, te e la mamma, renderci conto di come sarai cambiato e cresciuto e sarà epocale perchè già ora ogni passo che fai ci sembra una rivoluzione.
Mi auguro che un giorno tu possa leggere di un cambiamento partito con la primavera araba, gli indignati, occupy wall street nei libri di storia. Mi auguro che quello sia un capitolo meraviglioso.
Mi auguro che le pagine di questo blog ti siano nel cuore e che ti trasmettano un altro pezzo del mio amore per te.
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