mercoledì 7 marzo 2012

Le insicurezze del giovane padre...

"Sostenni lo sguardo di mio padre, che a volte sembrava invecchiare un po' di più soltanto a vedermi e a ricordare. Mi alzai e lo abbracciai in silenzio. Le sue braccia mi strinsero forte e, quando scoppiò a piangere la rabbia ed il dolore che aveva seppellito dentro di sé per tutti quegli anni cominciarono a scorrere a fiotti come annue. Seppi allora, senza poterlo spiegare con esattezza, che in maniera lenta ed inesorabile mio padre aveva iniziato a morire" (C.R. Zafon)

Dannato Zafon!

È quello che ho pensato asciugandomi le lacrime scese appena finita la pagina. Ho pensato "perché ti ci metti anche tu, con questa storia del rapporto tra padri e figli?"

No, non è da poco, ma dalla mia lontana infanzia che qualsiasi cosa presenti il manifestarsi di emozioni e sentimenti tra padri e figli che mi si aprono i canali e le lacrime scendono senza controllo. Sarà che forse è la cosa che è mancata di più tra me e mio padre e per colpa di questo ancora ricordo la pubblicità delle pagine gialle col bambino che comprava una coppa al padre che aveva appena perso una maratona, quelle della barilla e chi più ne ha ne metta.

Ma quelle righe di Zafon non so perché mi hanno riportato a riflettere su una delle mie principali insicurezze paterne, che si intitola "cosa succederà?"...

Il problema sta nel fatto che il papà è sempre il papà, il modello col quale ci confrontiamo, quello che accorre in nostro aiuto nel momento del bisogno, quello grande, forte, che non sbaglia mai...o insomma più o meno questo è quello che è stato incondizionatamente per tanto tempo, e che continua ad esserlo inconsciamente, mio padre.

È così per tutti, no? È per questo che tu, piccolo mio, corri e ti aggrappi alle mie gambe o mi salti in braccio quando qualcosa ti spaventa. È in me che cerchi rifugio e protezione.
Sono io quello che aggiusta le cose (anche per finta!) sono il più forte, sono papà...

E allora mi chiedo cosa succederà quando lo scoprirai? Cosa cambierà in te accorgendoti che papà magari è pieno di difetti, che anche lui ha le sue paure, le sue insicurezze che forse non ha così tanta forza come sembrava?

Anche ora che basta solo che ti cambi le pile alla macchinina perché tu sia il bimbo più felice del mondo, continuo a pensare che voglio lottare contro il mondo e contro me stesso perché tu sia fiero di me, perché ti amo di un amore incondizionato, lo stesso che vorrei da te sempre piccolo mio anche quanto tu raggiungerai cime più alte delle mie, quando farai cose che magari io non ho mai avuto il coraggio di fare, quando i miei errori ti insegneranno ad essere un uomo e un padre più bravo di me...


Ok basta!
Ora ti sveglio e ti prendo in braccio e cerchiamo qualcosa in casa che non va...

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